“Il Mio Amico” – Come ho conosciuto il Mito.
Oggi vi voglio parlare di una mia passione: la mitologia.
Da bambina, in casa della mia nonna materna, trascorrevo ore leggendo miti, fiabe e leggende sul primo volume di una raccolta che era stata regalata a mio zio Luigi.
La raccolta si chiamava “IL MIO AMICO” ed era una sorta di mini enciclopedia in 6 tomi, ognuno dedicato ad un ambito (miti fiabe e leggende, scienza, storia, geografia, poemi e poeti arte, musica e spettacolo).
Per uno dei sei volumi, quello dei miti, fu amore a prima pagina.
Lo leggevo e rileggevo ogni volta che mi ritrovavo a casa di nonna Iolanda e ha di fatto rappresentato un grande amico della mia infanzia, indirizzando il mio percorso di studi verso la classicità.
Il liceo classico prima e la facoltà di Lettere e Filosofia poi, hanno nutrito quell’amore sbocciato tra le mura dell’antica san Giovanni in Fiore, bellissimo borgo sito tra i maestosi boschi della Sila calabrese.
Più che dalle fiabe classiche la mia fantasia è stata nutrita dai miti, soprattutto da quelli riguardanti il mondo greco.
Perché il mito a Roba da Genitori?
Raccontando alcuni dei miti più famosi del mondo greco, mi piacerebbe trasmettere le emozioni provate tra le pagine de “IL MIO AMICO”, far scaturire la magia che affascina i ragazzi delle mie classi ogni volta che narro loro le gesta e gli amori di dei ed eroi.
Mi piacerebbe, soprattutto, offrire spunti di riflessione su alcune situazioni che, oltre che nei miti, si ritrovano spesso nella vita quotidiana.
Il punto interrogativo nel titolo iniziale (“Sei un mito?“) allude proprio a quanto possano essere vicini ai comuni mortali i personaggi mitologici.
Siamo abituati a considerare “miti” personaggi del nostro tempo che oggettivamente fanno cose eccezionali in nome di alti ideali e valori; oppure consideriamo tali coloro che eccellono per fama e ricchezza nel nuovo universo dei social.
Ed è vero che i miti della classicità più famosi riguardano le gesta compiute da dei, semidei ed eroi che portano a termine imprese eccezionali.
Per svariati motivi, però, i personaggi dei miti si ritrovano anche a fare i conti con sofferenze, incertezze, scelte, proprio come succede agli individui comuni.
È questo che voglio fare: tramite l’universo del mito, cercherò di analizzare di volta in volta, aspetti del mondo reale in cui si ritrova generalmente coinvolta l’umanità tutta.
Cos’è il mito.
Secondo la definizione data dalla Treccani, la parola mito deriva dal greco mỳthos (“parola, racconto”) ed è una narrazione di particolari gesta compiute da dei, semidei, eroi e mostri.
Il mito nacque fra le civiltà antiche per spiegare dei fenomeni naturali o alcune pratiche rituali o, più semplicemente, per rispondere alle grandi domande che gli uomini si ponevano.
Il mito è sostanzialmente un racconto di vicende, imprese e fatti eccezionali nato dal bisogno collettivo di superare i limiti del reale e tramandare ideali e valori.
All’uomo piace sempre avere qualcosa o qualcuno da poter ammirare ed esaltare e nulla si presta meglio a questo desiderio di un antico eroe che tutti sono d’accordo a considerare eccelso.
Come nasce un mito?
Il mito nasce dalla necessità dell’uomo di dare una spiegazione a ciò che accade intorno a sé.
Le civiltà antiche, infatti, non avevano conoscenze e competenze scientifiche per capire i fenomeni naturali, quindi ricorrevano alla creazione di storie fantasiose per spiegare gli eventi che osservavano quotidianamente.
Il filosofo greco Platone definiva il mito un “mezzo intuitivo” per esprimere simbolicamente verità troppo alte per poter essere enunciate in modo chiaro e diretto: verità che la ragione non riesce ad afferrare ma che la fantasia intuisce e a cui può alludere con le sue immagini.
È probabile che gli antichi popoli desiderassero conoscere le cause di eventi storici o fatti naturali.
Perciò se, ad esempio, in un certo punto del Mediterraneo, una corrente insidiosa attraversava la rotta delle loro piccole imbarcazioni e le mandava ad infrangersi contro le scogliere della costa, essi cercavano di spiegare il fenomeno immaginando qualcosa di terribile e misterioso che attirava la nave, stordiva il timoniere, paralizzava i naviganti e mandava tutto in rovina.
Così, nella fantasia degli antichi, gli scogli divenivano sirene, esseri metà donna e metà pesce, che ammaliavano i naviganti con il loro irresistibile canto e li attraevano fino a portarli alla rovina contro le secche dove avevano la loro dimora.
Dove è nato il mito?
I miti più famosi provengono dalla Grecia antica ed erano cantati nelle corti dagli aedi al suono della cetra, oppure recitati dai rapsodi che dal V secolo A.C. vagarono di paese in paese per prendere parte a feste come le Panatenee dove declamavano opere di grandi poeti, accompagnando il loro canto con la lira.
Grazie a loro e in seguito alle colonizzazioni e all’espansione dell’attività mercantile dei Greci, la mitologia si diffuse in tutto il mondo mediterraneo.
Cosa riflette il mito?
Si può dire che il mito sorga dalla naturale aspirazione dell’uomo verso verità eterne.
Nel Settecento Giambattista Vico aveva considerato il mito come il modo di esprimersi di un’umanità fanciulla che possedeva immagini e sensazioni più che idee.
Il mito fu il mezzo più immediato e spontaneo per esprimere un complesso mondo interiore fatto di desideri e sgomenti, gioie e dolori, incertezze e misteri.
Avvicinarsi al mito oggi significa farsi un’idea di chi fossero i nostri lontani antenati, cercare di capire cosa pensassero, a cosa tendessero e come intendessero l’esistenza.
In fondo, i loro sogni sono ancora i nostri, le loro storie sono la grande storia dell’uomo.
Eroi e divinità hanno vizi e virtù come i comuni mortali.
Le divinità della Grecia antica nacquero tra cieli azzurri e monti boscosi e penetrarono rapidamente nello spirito e nella cultura dei popoli che seguirono, fino ad arrivare a noi.
La loro attualità si manifesta ogni giorno.
Per esempio, uno dei modi di dire dei contadini toscani è “Come l’è caldo, oggi, Febo” alludendo al sole.
Per non parlare dei poeti che si sono continuamente ispirati alla mitologia greca.
Probabilmente ciò è dovuto al fatto che i Greci riuscirono a raffigurare attraverso i miti le verità più profonde dell’animo umano.
Nel mito greco vivono infatti tutte le virtù e tutti i difetti dell’uomo, espressi con ordine, bellezza, armonia.
Prima dei Greci, presso i Babilonesi o gli Egiziani, il racconto mitologico era confuso e informe.
In territorio ellenico invece le storie sono chiare e definite.
I Greci hanno splendide divinità con tante virtù ma anche con tante debolezze umane.
Gli dei e gli uomini conducono lo stesso stile di vita: provano gioie che non arrivano mai senza qualche turbamento; patiscono affanni affinché meglio risalti il piacere (“piacer figlio d’affanno” scrive Leopardi).
Divinità, eroi e gente comune.
Nell’universo olimpico greco troviamo divinità, eroi, semidei la cui esistenza è caratterizzata dalle stesse problematiche del mondo moderno:
- incompatibilità di coppia,
- difficoltà di dialogo tra genitori e figli,
- famiglie allargate fino all’inverosimile
- amori distrutti per incomprensione o tradimenti.
Attraverso le storie dei primi, rifletteremo sulla quotidianità dei comuni mortali di oggi.
Primo appuntamento con il mito e prossimo articolo: “Teseo ed Arianna, l’ingratitudine ed il tradimento”.
Last modified: 25 Febbraio 2023