Quando l’autonomia diventa un bivio

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L’adolescenza è un periodo di grandi trasformazioni, un vortice di emozioni contrastanti che scuote sia i ragazzi che i genitori. Uno dei cambiamenti più significativi è la crescente richiesta di autonomia da parte dei figli, un bisogno viscerale di staccarsi dal nido familiare per esplorare il mondo e definire la propria identità.

Per un genitore, assistere a questo distacco può essere doloroso. Si prova un senso di perdita, di vuoto, come se una parte di sé stesse allontanando. È naturale sentirsi confusi, spaventati e persino arrabbiati. Tuttavia, con il tempo, la maggior parte dei genitori riesce ad elaborare questo distacco e a trovare un nuovo equilibrio.

Il paradosso dell’autonomia

Ma ecco che, proprio quando abbiamo accettato l’idea che i nostri figli abbiano bisogno di spazi propri e di prendere le proprie decisioni, si presenta un nuovo e inaspettato scenario. L’autonomia che i ragazzi tanto desideravano si trasforma in una richiesta di cambiare le regole del gioco, di ridefinire i confini della relazione genitore-figlio.

I figli, nel loro percorso di crescita, non solo vogliono essere liberi di fare delle proprie scelte, ma desiderano anche imporre nuovi limiti ai genitori. È come se, una volta conquistata la loro autonomia, si aspettassero che anche i genitori si adeguassero a questa nuova dinamica.

Il rischio dell’abbandono

Quando i genitori, nel tentativo di favorire l’autonomia dei figli, si adattano a questa nuova situazione e li lasciano liberi di prendere le proprie responsabilità, i ragazzi possono provare un senso di abbandono.

Questo paradosso è difficile da comprendere: da un lato, i figli desiderano l’indipendenza, ma dall’altro temono di essere lasciati soli. Il motivo di questo paradosso risiede nel fatto che i ragazzi, pur desiderando crescere e diventare indipendenti, hanno ancora bisogno di sentirsi supportati e protetti dai genitori.

Le piccole grandi responsabilità

Le responsabilità quotidiane, come ricordare le chiavi di casa, preparare lo zaino per lo sport o occuparsi delle pratiche burocratiche, rappresentano un legame simbolico con il passato, un modo per sentirsi ancora parte della famiglia. Quando i genitori smettono di occuparsi di queste piccole cose, i ragazzi possono interpretare questo gesto come un segno di disinteresse o di rifiuto.

Cosa possono fare i genitori?

In questa delicata fase della crescita, i genitori devono cercare di trovare un equilibrio tra il desiderio di lasciare i figli liberi di esplorare il mondo e la necessità di continuare a essere presenti nella loro vita. È importante:

  • Comunicare apertamente: Parlare con i figli in modo sincero e aperto delle proprie emozioni e dei propri dubbi.
  • Ascoltare attivamente: Cercare di comprendere il punto di vista dei figli, senza giudicarli.
  • Fissare dei limiti chiari: Stabilire dei limiti chiari e coerenti, ma lasciando ai figli uno spazio di autonomia.
  • Essere presenti: Continuare a essere presenti nella vita dei figli, offrendo loro sostegno e incoraggiamento.
  • Celebrarne i successi: Riconoscere e celebrare i successi dei figli, anche i più piccoli.

Un percorso di crescita condiviso

L’adolescenza è un periodo di grandi cambiamenti, un percorso di crescita che coinvolge sia i figli che i genitori. È importante ricordare che questo è un viaggio condiviso, fatto di gioie, di difficoltà e di tante scoperte.

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