Tuo figlio non ti ascolta, non ti sente?
Devi urlare per farti ubbidire?

Molte volte sento usare i verbi “ascoltare” e “sentire” per indicare il verbo “UBBIDIRE”.

Mi spiego meglio.

Spesso i genitori che si rivolgono a me dicono “Mio figlio non mi ascolta, non so come fare”, ed io chiedo loro se il figlio:

  • non ama ascoltare cosa hanno da dire,
  • non “da retta” ai loro consigli,
  • non obbedisce.

Seppur non escludano le prime due opzioni, con un piccolo sorriso mi confermano la terza

Siamo figli delle famiglie autoritarie ed abbiamo pudore a mostrarci autoritari se nel nostro piccolo pensiamo di avere subito e non amato quella modalità. Se non ne abbiamo compreso il senso.

Se così è stato, può essere che da piccoli ci siamo promessi che avremmo provato a fare diversamente con i nostri figli e se molti fra i nostri genitori hanno trattenuto i loro baci destinandoli al momento del sonno per non risultare “fragili”, i nostri figli ce li baciamo alla luce del sole e proviamo a cambiare il linguaggio cercando di essere autorevoli e non semplicemente autoritari.

Una promessa che non è facile da mantenere quando si diventa grandi e si sperimenta la fatica dell’avere a che fare con i figli piccoli e con gli adolescenti.

Durante i miei incontri di formazione ai genitori faccio alcuni esempi semplici:

  1. A) Andiamo a fare la spesa con nostro figlio. Giunti al parcheggio del centro commerciale rivolgendoci al nostro bambino di 3 anni seduto sul seggiolino diciamo: “Amore, andiamo a fare la spesa?”
  2. B) É tardi. Vediamo nostro figlio di 2 anni che ciondola ancora per casa e diciamo: “Vieni piccolo, andiamo a mettere il pigiama.”
  3. C) Di domenica pomeriggio, ci va di uscire all’aria aperta, di andare in bici con nostro figlio di 3 anni e diciamo: “Paolo vuoi uscire con papà, andiamo in bici Insieme? “

Quale fra queste domande sta chiedendo ubbidienza e lo fa in modo inefficace?

Resto in ansiosa attesa delle vostre risposte !

Cinzia Trigiani Consulente Familiare® e Tutor Teen e Parent Star
PESCARA

#educare #regole #ubbidire

Le soluzioni alle domande:

Nel primo caso A) se siete nel parcheggio del centro commerciale per andare a fare la spesa vuol dire che la decisione è stata presa, chiedere al bambino “Andiamo a fare la spesa?” è una domanda retorica con una risposta implicita che prevede solo il “SI”. Il bambino non lo capisce, comprende che gli è stata fatta una domanda con due possibilità: Il si ed il no. Perciò la richiesta genitoriale di ubbidienza attraverso la domanda retorica non è efficace.

 

Nel secondo caso B) La madre, vista l’ora, decide che il bimbo deve mettere il pigiama ed andare a nanna. La decisione è presa ed il messaggio è coerente: “Vieni piccolo, andiamo a mettere il pigiama”. Questa modalità è efficace perché non genera alcun dubbio nel bambino, potrà opporsi comunque ma imparerà con chiarezza la differenza fra una dichiarazione d’intenti e una domanda che prevede una libera risposta.

 

Nel terzo caso C) La domanda è posta in modo corretto. Il papà ha desiderio di fare un giro in bici con suo figlio ma non vuole che obbedisca alla sua richiesta. Infatti si tratta di una proposta ed il bambino può rispondere liberamente perché la libertà è consapevolemente offerta dal genitore.

 

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