Quando vogliamo proteggere i nostri figli da qualche pericolo o se desideriamo fortemente essere ubbiditi, può succedere che facciamo uso della PAURA come deterrente o come minaccia. Proviamo a proteggere dal pericolo che si trova all’esterno impaurendo, prospettando situazioni pericolose, oppure diventiamo noi stessi il pericolo in caso di disubbidienza.

La mia generazione, quella degli anni ’70, è cresciuta a suon di “Uomo nero”, “Mano sotto al letto” e “PRESENZE” di vario genere che abitavano i posti bui; per essere ubbiditi la minaccia sottoforma di ciabatta e cucchiarella erano i “Must” dei nostri genitori. Con me, questi sistemi, hanno funzionato: sono diventata paurosa ed ubbidiente, le brutte esperienze mi sono capitate lo stesso e solo crescendo ho provato a cercare la mia capacità critica.

Da madre, seppur cambiando sistema e non utilizzando gli stessi metodi, il mio essere paurosa non mi ha permesso di fare molto meglio con le mie figlie. Ma loro quando hanno capito che ero paurosa hanno cominciato ad attivare il loro senso critico per giudicarmi come tale e quindi sminuire i miei interventi che a loro dire sembravano “catastrofici”, frutto della mia paura irrazionale. Addirittura hanno cominciato a dire che avrei potuto portare sfiga!

Seppur a tratti risentita, ho accolto in modo sano le loro critiche per ragionare insieme ed introdurre un elemento importante: il CORAGGIO.

La loro ADOLESCENZA arrivava e sentivo che la loro esposizione era sbilanciata. Avevano esorcizzato la Paura tout court ma non si trattava più solo coraggio ma di INCOSCIENZA.

Quando le immaginavo di sera, per strada, da sole e forse in compagnia dei loro coetanei mi domandavo se le avevo preparate in modo corretto per prevenire i pericoli.

  • Ho cominciato a parlare loro di abbigliamento chiedendo di fare attenzione alle scollature e mi hanno ripreso dicendomi:
    – “Mamma, così è come se dicessi che siamo noi a provocare situazioni spiacevoli; non puoi limitare la nostra libertà e spontaneità nell’esprimerci!”.
    Ho cominciato a spiegare loro che era meglio non circolare di sera per le stradine se disabitate, che dopo una certa ora era più sicuro andare in gruppo e stare dove c’è gente e mi hanno risposto dicendomi:
    – “Oddio mamma, tu vivi di paura, ma cosa credi che i pericoli sono in ogni angolo, daaiii…sono le tue paure non puoi terrorizzarci!”.
    Ho spiegato loro che nei locali se avevano bisogno di andare in bagno era meglio non andare da sole…immaginate la loro risposta.

La mia paura era la mia.

Sono una mamma e questo richiede coraggio, perseveranza ed impopolarità.

Attraverso la paura non possiamo raggiungere l’obbiettivo ovvero la comprensione profonda del senso di quello che desideriamo trasmettere loro.

Se attraverso la spiegazione emotiva del pericolo non ero riuscita a convincerle allora mi sono detta: glielo spiego in modo calmo ed oggettivo senza metterci le mie paure.

  •  Non si ruba eppure i negozi e le case hanno, saracinesche di ferro, portoni blindati, lucchetti, allarmi e telecamere perché c’è chi ruba continuamente.
  • Non si stupra, eppure sentiamo la cronaca che ci fa rabbrividire, gruppetti di ragazzi incoscienti che fanno cose inenarrabili.
  • Non si possono attuare comportamenti incivili eppure tante persone si mostrano prepotenti, irrispettose ed aggressive, ferendo, offendendo e scatenando la rabbia per il senso di giustizia tradito.
  • É un diritto uscire da soli, di sera ed anche per le stradine isolate…eppure qualche malintenzionato che ciondola senza far niente e magari ubriaco lo si può incontrare più spesso quando non c’è nessuno in giro ed al buio che non quando c’è gente e c’è luce.
  • E un diritto poter vestire a proprio modo, liberamente esprimendo la propria creatività, la propria personalità, eppure il contesto può offrire l’opportunità della cattiva esperienza perché c’è gente che non sa regolare le proprie pulsioni.

Se si è fra amici, se non si è soli, se si è in luoghi protetti, sufficientemente illuminati o vigilati, il vestito, il numero di compagni, il modo di esprimersi e la spontaneità possono non essere limitati. Ma se tutto questo non c’è la paura non è un limite ma è prudenza, la paura protegge.

Secondo te come hanno accolto le mie figlie questa nuova modalità di comunicazione?

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Cinzia Trigiani Consulente Familiare® e Tutor Teen e Parent Star
Esperta in consulenza ON LINE
Pescara

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