Uno dei tanti temi che i genitori mi portano in studio è: come gestire gli errori di mamma e papà o come dire delle verità attraverso le quali non ne usciamo vincenti.

Quando, come genitori, ci accorgiamo di aver sbagliato, esagerato, di aver preso un granchio, di essere stati presi con “le mani nel sacco” spiando il cellulare… o valutato male uno scambio con nostro figlio sarebbe opportuno trovare un momento di calma per riprendere l’argomento e scusarsi. Punto.

Sappiamo benissimo che chiedere scusa non è semplice ed ha a che fare con il fare i conti con l’idea di avere sbagliato e della misura che noi stessi attribuiamo al valore di quello sbaglio; ma qui c’è un discorso personale di cui potrei parlare ma lo rimando…

Ammesso che abbiamo capito di aver sbagliato e dando per scontato che sappiamo chiedere scusa, con il figlio si aggiunge un’ulteriore complicazione fatta di domande inquietanti:

  • che figura faccio di fronte a mio figlio se ammetto di avere sbagliato?
  • che fine fa la mia credibilità?
  • mi sottometto ad un ragazzino?
  • già mi risponde male e non mi ubbidisce, se gli dico pure scusa ho chiuso il capitolo del mio valore genitoriale. Non è meglio evitare?
  • io che sono il genitore, devo pure chiedere scusa?

Insomma, gli ostacoli del cuore sono tanti e tutti rivolti a tutelare l’immagine del genitore nei confronti del figlio per non perdere credibilità e non mostrare l’inadeguatezza in quel compito.

Ci vengono in aiuto i significati delle parole e dei ruoli.

🔸Cosa significa essere genitore:
sapere tutto?
🔸conoscere e prevedere qualunque cosa?
🔸rispondere a tutti i tipi di bisogni?
🔸non sbagliare mai?
🔸essere depositari della verità assoluta derivante dall’esperienza?
🔸mantenere sempre la posizione verticale di educatore?
🔸Cosa significa sbagliare:
🔸qualcosa da evitare assolutamente?
🔸qualcosa che incide sul valore personale?
🔸qualcosa che compromette la nostra reputazione?
🔸è semplicemente grave?

Ecco, se moderassimo il modo di interpretare i significati di queste parole, se riuscissimo a pensare a noi stessi come persone umane e pertanto perfettibili, che sbagliano e crescono anche come genitori, faremmo un bel salto di qualità.

Chiedere scusa a nostro figlio, quando sappiamo di avere sbagliato, non gli fa “crescere la coda”, ne “il naso” e ne abbasserà la nostra statura.

Dimostrare di saper riconoscere quando sbagliamo ci toglie dalla postura di chi vuole avere sempre ragione e ci restituisce la credibilità rendendoci ragionevoli agli occhi di nostro figlio e degni di fiducia.

Con le scuse dovute alimentiamo il pensiero del ragazzo in questo modo: “mamma e papà sono severi, sono diversi da me, ma posso parlare con loro perché mi rispettano. Lo so perché se sbagliano sanno riconoscerlo e questo vuol dire che non sono rigidi, assoluti e ciechi”

Buone scuse a tutti!

Cinzia Trigiani 

Consulente Familiare®

Tutor Teen e Parent STAR

#genitori #figli #relazioni

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