Tra Fantasy ed Horror parliamo di ragazzi!
Una serie televisiva famosissima, La famiglia Addams, ritorna con Mercoledì ed è di nuovo un successo!
Lettura meno di 15 minuti…Ihihihihi
Dalla conosciutissima Famiglia Addams creata da Charles Samuel Addams, gli sceneggiatori Alfred Gough e Miles Millar prendono Mercoledì Addams e la fanno emergere in modo verticale attraverso una serie televisiva incentrata su di lei. Uscita su Netflix il 23 novembre 2022, ha raggiunto il record del maggiore numero di ore viste in una settimana.
Si tratta di una serie televisiva statunitense, horror/fantasy, composta da 8 episodi e Mercoledì è interpretata dall’attrice Jenna Ortega.
I primi 4 episodi vedono Tim Burton come produttore esecutivo mentre i successivi sono prodotti dagli sceneggiatori Gough e Millar.
Al di là dei creatori e della storia riproposta di cui è facile trovare tutte le fonti, il contributo che desidero dare rivolge l’attenzione al mondo dei ragazzi ed alle loro relazioni. Prendo in prestito Mercoledì per il suo carattere peculiare e mi fermo ai primissimi personaggi che la circondano.
MERCOLEDÍ ADDAMS: Ragazza oppositiva e fiera
In un’immaginaria città di Jericho c’è una scuola superiore, la Nevermore Academy: una scuola per ragazzi normali e “reietti” (ragazzi con dei poteri paranormali).
Mercoledì è una ragazza oppositiva ed è considerata pericolosa per gli altri studenti in quanto di fronte a quello che reputa essere un problema risponde con soluzioni impensabili e prive di scrupoli! La trasgressione alle regole, per questa giovane studentessa, è un fatto necessario.
Mercoledì viene espulsa dall’ennesimo liceo per tentato omicidio ed i genitori, Morticia e Gomez Addams, decidono di iscriverla alla Nevermore Accademy.
Genitori con le “chiavi giuste”… non sempre abbiamo le risposte alle domande dei nostri figli
Morticia e Gomez, i genitori di Mercoledì, hanno frequentato e studiato nella scuola privata Nevermore Accademy e ne sono fieri ed orgogliosi.
Sono anche certi che la ragazza si troverà bene perché i reietti non sono bene accetti nelle scuole per soli studenti “normali”. Al contrario, alla Nevermore Accademy, i ragazzi con i poteri paranormali possono vivere indisturbati e possono socializzare a modo loro. Questa è la visione di mamma e papà.
Gli Addams seniors si riconoscono nell’irruenza di Mercoledì, nella sua giovinezza e pensano di poter anticipare i suoi pensieri e i suoi desideri certi del fatto di avere sufficiente esperienza.
Ciononostante, gli Addams, si ritrovano ad ammettere che anche provando modi diverse di convincerla, con le buone e con le cattive, non sono affatto sicuri di avere convinto la figlia a restare in questa scuola e temono che scapperà anche da lì. Il loro potere persuasivo vacilla.
E quando ci accorgiamo di non riuscire a comunicare con loro? Ci tiriamo sù le maniche e ne cerchiamo di nuove
Per assicurarsi che la figlia resti per fare il suo percorso scolastico e per la terapia psicologica, Morticia, decide di lasciare qualcuno che la spii e la controlli. Gomez, da parte sua, è un papà compiacente, si fida della sua compagna di cui è follemente innamorato ed accetta questo ulteriore controllo come buono per Mercoledì.
Per i genitori, è normale credere di avere le chiavi giuste e di possedere tutto il sapere necessario. Soprattutto quando l’età del figlio è considerata molto giovane. Quando il figlio diventa adolescente sembra che le soluzioni proposte non siano più tanto giuste e probabilmente è anche vero.
In questo caso, gli Addams, nonostante si accorgano che le loro chiavi non siano del tutto efficaci, confidano in se stessi e continuano a dare alla figlia la direzione da loro scelta. D’altronde è responsabilità dei genitori decidere…
MERCOLEDÍ: un’adolescente in crescita
Mercoledì, da parte sua, non è affatto d’accordo con i suoi genitori ne con l’idea che hanno di lei.
Lo manifesta in modo esplicito. Tuttavia le arriva chiaro il messaggio che i genitori non ascoltino affatto ciò che la ragazza dice.
La giovane Mercoledì non si sente ascoltata, neanche compresa e non vuole farsi definire ne da loro ne da nessun altro.
Al contrario, lei è proprio alla ricerca di sé e fa l’esperienza della crescita e del suo “essere in divenire” mentre permane nella sensazione del sentirsi incompresa e sottovalutata. Lega una forte amicizia con la solitudine.
Porta con sé la scelta di restare sola anche fra i ragazzi della sua età: rifiutandoli e respingendoli in qualunque modo, trasformando la sua solitudine in una corazza difensiva che la protegge da tutti.
“Mercoledì è convinta che si farà espellere dalla scuola per il suo modo di essere e probabilmente perché si è fatta l’idea che non è possibile incontrare qualcuno che la comprenda.”
Approfondiamo…
Qui, nella presentazione dei fatti, sottraendo l’aspetto del fantasy e dell’Horror, abbiamo modo di vedere un’adolescente che vive la sua vita incomprensibile agli adulti e mentre si interfacciata con:
- i genitori,
- la sua famiglia,
- i docenti,
- gli studenti,
- e l’ambiente esterno,
offr, a noi, uno specchio speciale per guardare cosa accade nella vita di ogni protagonista.
Sarebbe interessante esplorarli tutti ma per non essere eccessivamente lunga mi fermerò a Mercoledì…
MANO: L’oggetto transizionale “vivo” ma non troppo!
Anche se immagino sappiate cos’è un oggetto transizionale, vi dico che si tratta dell’oggetto a cui il bimbo si lega e porta sempre con sé ovunque, che sia un calzino, un orsetto, un doudou… questo oggetto lo accompagna nei passaggi: la messa a letto, l’uscita di casa, l’entrata a scuola, ecc.
Mano è un pò l’oggetto transizionale, non è scelto da Mercoledì, ma è molto bene accolto dalla famiglia. É oggettivamente la parte di un corpo umano… Dove sia finito il resto del suo corpo resta un mistero che si tramanda nella famiglia degli Addams.
Un essere vivente “parziale” ma che porta nella famiglia l’aspetto “u-mano”…
Mano è intelligente, ubbidiente, fedele, protettivo, intuitivo ed emotivo!!
A metà tra un cane o un peluche dall’aspetto macabro, lui segue la sua Mercoledì per sorvegliarla ed aiutarla concretamente, prova anche ad orientarla (nonostante non gli venga chiesto).
Un arto senziente disincarnato, dall’aspetto inquietante che si pone come:
- il compagno di viaggio di Mercoledì…
- l’oggetto transizionale, colui che rappresenta l’appartenenza alla famiglia e la custodia della continuità al di fuori di essa,
- il soggetto di fiducia, “inviato speciale”, dei genitori per controllare la figlia.
Le emozioni, sempre loro!!
Sono proprio le emozioni che allontanano, Mano, dal mandato datogli da Morticia e Gomez e lo avvicinano alla ragazza…
Infatti non appena Mercoledì scopre che Mano è nella scuola allo scopo di seguirla e di controllarla, lo minaccia in modo perentorio e lui, spaventato, accetta non solo di ubbidirle ma di aiutarla a scappare dalla scuola!
Complice e amico indefesso, Mano, intraprende anche azioni indipendenti: infatti sa anche scrivere a macchina per conto di qualcuno. Non spoilero!
Incredibile come questa figura di accompagnamento tenti di interpretare la parte emotiva della giovane fanciulla, come se ne cercasse il cuore sapendo che c’è!
Mosso dalle intenzioni più affettuose, egli si sostituisce alla padroncina prendendo un’iniziativa che la scavalca, le sottrae il potere della scelta o della non scelta e la interpreta in una sdolcinatezza che irrita terribilmente Mercoledì…
QUANDO SI PRENDE IL POSTO DEL FIGLIO…
Mano sembra, a tratti, incarnare il genitore iperprotettivo con le chiavi delle soluzioni e tenta, a più riprese, di sostituirsi a Mercoledì.
Quel genitore che con tutto il bene del mondo si convince di sapere di cosa ha bisogno il suo giovane figlio. E fino ad una certa età è correttissimo!
Mercoledì, come tutti gli adolescenti, vuole e deve poter capire di cosa ha veramente bisogno provando da sola e sbagliando…Soprattutto, deve poterlo fare senza essere giudicata, preavvisata o umiliata.
Come si fa a lasciarli fare quando presumiamo stiano per sbagliare? Vediamo le frasi da non dire…
Le frasi apparentemente innocue come:
- “te lo avevo detto”,
- “era chiaro che sarebbe andata così”,
- “non dai ascolto a nessuno”,
- “sei la solita testarda!”,
- “se non ti dico tutto io ecco cosa succede”,
- ecc.
Sappiamo benissimo che non sono affatto innoque, queste frasi che spesso rientrano nel comune modo di parlare, sottintendono che il ragazzo è:
- sciocco perchè non ci ha dato retta,
- inadeguato alla situazione per la scelta che ha fatto,
- che non può farcela senza l’indirizzo dei genitori ed è anche presuntuoso,
- rischia un’etichetta sigillante (della “testardaggine”, “stupidità”, ecc.),
- può pensare di non poter essere diverso da come viene descritto.
Provate a pensare come vi sentireste se venisse detto a voi oggi…É credibile che abbiate fatto questa esperienza anche da ragazzi. Come vi sentivate?
Cinzia, non posso rimproverare mio figlio oppure dirgli come fare per non sbagliare?
Questo mi chiedono alcuni genitori che sentono il mandato educativo in special modo normativo. La mia risposta è: NO!
Non sto dicendo questo.
Lo so, sembra molto difficile e lo è. Eppure quando un ragazzo/a, in questo caso Mercoledì, entra nell’adolescenza (e già prima non appena entra nella pubertà), il ruolo del genitore deve necessariamente cambiare assetto.
Questo non vuol dire che non si può rimproverare od orientare il proprio figlio, quanto piuttosto che bisogna assottigliare significativamente il campo di azione del controllo e ridurre i momenti in cui intervenire in modo normativo, fermo, autorevole e credibile.
Se il figlio ha 16 anni e noi genitori stiamo ancora lì a sostituirci a lui, come Mano, Gomez e Morticia con Mercoledì, siamo lì a ricordargli gli impegni, gli orari, a mettere le sveglie per conto suo, a preparargli le borse dello sport…
Beh, con grande probabilità ci stiamo giocando la nostra autorevolezza e stiamo dicendo a nostro figlio che non è capace di fare le cose perché ha bisogno di noi per tutto!
Come si fa? Quali sono i modi per essere presenti nella vita di nostro figlio senza diventare “MANO”?
Per cominciare, per aiutarci ad essere credibili ed a fare in modo che nostro figlio, in questo caso Mercoledì, abbia stima di sé, possiamo fare 5 cose:
- Dichiarare apertamente che vediamo il nostro ragazzo più grande e che cogliamo il suo desiderio di emanciparsi dalla famiglia. (Magari duramente un momento di relax e fuori dal contesto casa)
- Fare molta attenzione alle cose buone in cui riesce ed esplicitarle in modo credibile, senza aggiungere “eh quando una cosa ti interessa la sai fare bene…”, oppure “Vedi che sei intelligente? Sei solo svogliato (distratto, furbacchione, immaturo, ecc.). Lo so, sono un incubo per le mamme ed i papà, eppure vi assicuro che non sono perfetta e faccio tanta fatica anche io ed è per questo che studio e mi informo!
- Sorvolare su molte cose: significa mordersi la lingua, ingoiare il boccone amaro e sentirsi frustrati ed impotenti. Bella vita! Ma questo ci aiuterà a non abituarli alle nostre prediche fino a non ascoltarci più! Per non diventare scontati e prevedibili…
- Entrare maggiormente nelle questioni che riteniamo fondamentali con un tono fermo e che non lasci spazio a negoziazioni. Se si tratta di regole familiari importanti e necessarie, spiegare quale è il bisogno genitoriale o familiare.
- Ascoltare quali sono gli eventuali ostacoli che pone il ragazzo, accoglierli e seppure dispiaciuti ribadire la propria regola. Questo se non la si ritiene suscettibile di variazioni.
Quanti spunti e non sono arrivata neppure alla fine del primo episodio!
Tranquilli, non spoilero nulla!
Diamo, velocemente, un’occhiata alla scuola Nevermore e ai suoi studenti reietti, vi va?
Nella Nevermore Accademy ci sono i reietti (i ragazzi con i poteri paranormali) ed i normali. Questa è la classificazione degli adulti.
Come spesso accade, noi adulti, tendiamo a raggruppare i ragazzi in modo diverso da come sono soliti fare loro.
I raggruppamenti fatti da noi, spesso, fanno affidamento a nomi sintetici e necessari che sono utili per facilitare il lavoro degli adulti e che non rendono giustizia all’ampia diversità abitata da ognuno di essi.
La mia esperienza con la scuola ed i ragazzi…
Ho lavorato diversi anni negli sportelli d’ascolto della scuola, ho avuto modo di parlare con decine e decine fra insegnanti, collaboratori, genitori e quasi certamente più di un centinaio di ragazzi.
All’interno degli sportelli scolastici, nell’Area Minori del Consultorio Ucipem e nel mio studio privato ho accolto tutte le categorie definite dagli adulti nel contesto scuola-famiglia:
- età
- genere
- competenze e capacità
- apprendimento
- autodisciplina e rispetto nel contesto
- abilità creative
- socialità
- maturità
- emotività.
Ed ho avuto modo di capire che all’interno di queste categorie e di tante altre non nominate, ci sono ragazzi che non si somigliano affatto, anzi in ognuna di esse i ragazzi si definiscono in ulteriori sottogruppi che noi forse vediamo molto superficialmente e che invece per loro sono significativi.
Andiamo a vedere come si raggruppano i ragazzi di questa serie…
Enid, la compagna di stanza di Mercoledì, le mostra la scuola e le spiega subito quali sono i gruppi secondo la visione dei ragazzi.
Ci sono i normali ed i reietti, questi ultimi sono divisi in molti gruppi ma i più importanti sono:
- i Sensitivi, con la magia dell’intuizione (a questa appartiene Mercoledì)
- gli Zannati (vampiri), la vista notturna, lungimirante, forse opportunisti…
- i Pelosi (lupi mannari), che viaggiano in branco con un Capo…
- gli Squamati (sirene), che influenzano e possono manipolare gli altri…
- i Fattoni (Gorgoni) che devono coprire i loro capelli/serpenti con dei berretti
- i Mutaforma persone capaci di cambiare volto ed ingannare
(Piccola nota, anche fra i ragazzi normali sicuramente ci sono altri sottogruppi, ma qui non sono i protagonisti perciò…)
Cosa ho imparato dai ragazzi…
Nel mio lavoro ho incontrato ragazzi oppositivi come Mercoledì, bullizzati come Pugsley Addams, introversi e misteriosi come Xavier , iper social e iper paurosi con le aspettative genitoriali altissime come come Enid Sinclar, soli come Eugene…e tanti altri.
Ognuno nella propria realtà, spesso, fatta di solitudine sia nel sentirsi incompresi che nel non comprendere ciò che li circonda. Ragazzi con un mondo interiore fatto di cose buone inimmaginabili e disponibili solo per chi ha voglia di ascoltare veramente.
Condivido qui un caso vero e non si chiama Mercoledì…
Il nome è di fantasia per questioni di rispetto e privacy.
I genitori di Ilaria mi chiamano, vorrebbero fissare un appuntamento con me perché la loro figlia spesso viene richiamata in classe, riceve note e sospensioni.
Incontro tutti e tre, la ragazza è guardinga. I genitori iniziano a riferirmi che Ilaria è brava nello studio, che è cresciuta con i nonni per via del loro lavoro (non sono mai a casa) e che è un pò egocentrica, a tratti viziata e lo dicono sorridendo fra il compiacimento ed il timore delle conseguenze.
Il non verbale…
La ragazza mentre li ascolta, a tratti, sobbalza sulla sedia e distorce il muso…non sembra essere d’accordo con quella versione di sè.
I genitori continuano a raccontare ed il loro modo di fare è molto attento, parlano piano e mi dicono che in classe, Ilaria, è considerata la ragazza leader fra i compagni ma che alcuni insegnanti si lamentano molto.
Mi riferiscono che come genitori tengono molto alla disciplina e che non si spiegano come mai Ilaria si comporti così. Fa sport agonistico e suona il piano.
Passo la parola alla ragazza
La ragazza si contorce sulla sedia.
Ascoltati i due genitori, mi rivolgo ad Ilaria:
“Ilaria, da quello che ho capito sei una ragazza che sa quello che vuole, sei disciplinata e lo si capisce anche dal fatto che fai sport agonistico e suoni il pianoforte. I tuoi compagni ti stimano e ti ammirano ed alcuni professori ti disapprovano. Cosa accade in classe che ti fa diventare reattiva?”
Ilaria guarda i genitori in tono di sfida… poi si rilassa
“Io non sono una ragazza viziata, rispetto i miei nonni e le regole. In classe tutto questo non accade perchè alcuni professori sono irrispettosi verso di noi… ci dicono che siamo dei “fannulloni, dei buoni a nulla, che non c’è da aspettarsi niente da noi, che sembra che abbiamo 3 anni”. – sento commozionione nella voce, fa una pausa e poi riprende –
“Io studio e mi impegno ma alcuni ragazzi della classe disturbano e non studiano.e prendiamo le note – le sale il nodo alla gola, cerca di trattenere il pianto e la voce cambia – non collaborano e così danno ragione ai professori. Alcuni di questi ragazzi fanno i dispetti ad una ragazza che è molto timida e non è a suo agio in classe. Io non li sopporto! Non sopporto loro e neppure i professori che non capiscono che non siamo tutti uguali e che ci sono quelli che come me si impegnano.”
Tira su il fiato e piangendo fa uscire una voce stridula e dice:
“Io non sono una fannullona e non ho nemmeno 3 anni, so prendere gli impegni ”.
I genitori si stringono commossi di fronte alla voce della figlia che si rompe in quel pianto di rabbia…
Le porto i fazzoletti e le dico:
“Ilaria non penso tu abbia 3 anni, mi sembra che tu sappia prenderti le tue responsabilità, soprattutto mi arriva la tua attenzione verso i più fragili e sento la frustrazione per la mancanza di “squadra” in classe. Le cose per le quali ti lamenti mi sembrano oggettive e legittime e temo che tu ti senta sola in questa realtà…”
Il suo pianto cambia e passa dalla rabbia alla forma più raccolta della tristezza…
L’ascolto attivo è questo, quello che porge un orecchio pulito che prescinde da pregiudizi, fantasie ed etichette… Aiuta a creare un dialogo fluido…
Provare non costa poco ma non costa più della fatica che si fa in un dialogo sbilanciato che mette il ragazzo nella posizione difensiva e forse oppositiva.
Ilaria che sembra descritta come una studentessa brava ma indisciplinata in realtà cerca di dire agli adulti di non mancare di rispetto ai ragazzi e di non generalizzare; vorrebbe una classe che facesse più squadra e che non mancasse di rispetto ai più fragili.
Mercoledì è anche lei una ragazza impegnata nello studio e amante della lealtà ed anche lei manda un messaggio agli adulti…
Cinzia Trigiani – Consulente Familiare®
Last modified: 3 Gennaio 2023