Il corpo come “carta di presentazione”, a lui la responsabilità di rispondere a “canoni” ciclici e, spesso, immotivati…

 

Ad ogni insulto o insulso

Contegno non adeguato

Quante volte ho realmente sbagliato?

A questo corpo calpestato

Oramai inanimato

Qualcosa è mai mancato?

Questa è la storia di un corpo senza proprietario. Una volta questo corpo non era altro se non un contenitore, con un contenuto inestimabile.

La curiosità di conoscere cosa ci fosse all’interno è stata avvolta da sempre da un tessuto pregiato ricamato da aspettative e desideri.

Successivamente qualcosa è cambiato, tanto da chiedersi quanto può essere miserabile la vita di un corpo? Viene:

  • coperto,
  • tagliato,
  • cambiato,
  • colpito.

Mi perseguita la vergogna di una gonna troppo corta, di un seno troppo in vista o di spalle troppo scoperte.

Mi terrorizza il proponimento del concetto di decoro.

Siamo tutti schiavi di un dovere immaginario da noi stessi creato. Ho coperto il mio corpo come fossi colpevole di un crimine indicibile.

Ho così accettato ed inseguito canoni caduchi solo per sembrare all’altezza dell’ideale di perfezione.

Ho acconsentito a trattare il mio corpo come un oggetto ed ho contato i giudizi con i piatti che mi sono tolta o che ho aggiunto.

Ridiamo valore ai corpi, non in quanto contenitori, né in quanto obiettivi, ma come parte della nostra persona.

Oer voi, Pomme.

6 Replies to “RIFLESSIONE DI UN’ADOLESCENTE SUL CORPO”

  1. Alessandra ha detto:

    Sì, ridiamo valore al corpo. Il corpo dà corpo alla nostra vita, è la sostanza del nostro essere.

  2. Rita ha detto:

    Una riflessione fantastica..

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RIFLESSIONE DI UN’ADOLESCENTE SUL CORPO
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